Disgrafia e disortografia sono due tipologie di disturbi della scrittura.
Questi due disturbi possono essere presenti separatamente, anche se nella maggioranza dei casi ci troviamo di fronte a forme miste in cui entrambe le manifestazioni sono presenti, con diverso
livello di espressività.
Pubblichiamo un estratto di uno dei nostri e-Seminar in cui schematizziamo le differenze (a cura della dott.ssa Barbirato):
Sono solo alcune
domande a cui cercheremo di dare risposta con l'aiuto del Dott. Luciano Berti durante il nostro nuovo e-Seminar in partenza a breve. Per maggiori informazioni sul programma e per iscriversi
clicchi qui
A settembre il GLI rielabora il PAI adeguandolo alle risorse effettivamente attribuite all’Istituto ed individua gli obiettivi da realizzare, anche concertando gli apporti che
possono pervenire dall’esterno (volontariato, progetti che coinvolgano associazioni o cooperative esterne con compiti di supporto educativo e all’apprendimento…). Stabilisce quindi un calendario
periodico di incontri sia con gli altri operatori scolastici sia per il confronto con il Centro Territoriale di Supporto e i Servizi Sociali territoriali.
Prima dell’inizio delle lezioni il Dirigente assegna le risorse di personale alle classi, tenendo conto delle diverse situazioni e di quanto previsto dal PAI. Quest’ultimo
documento viene recepito all’interno del POF, impegnando tutto il Collegio dei docenti a condividere la mission inclusiva della scuola, ad individuare attività di formazione mirate, a stabilire
criteri e procedure per l’utilizzo funzionale di tutto il personale a diverso titolo coinvolto .
E’ opportuno che il Dirigente scolastico effettui un incontro con i genitori degli alunni con BES (meglio ancora sarebbe che l’incontro fosse aperto a tutti i genitori dell’Istituto), con lo
scopo di condividere con le famiglie lo “status” del concetto, rassicurare sui livelli di competenza della scuola nel farsi carico di questa condizione, chiarire quali sono i reciproci ruoli e la
necessaria complementarietà degli stessi per addivenire a risultati efficaci nell’apprendimento degli alunni.
Tra scuola e famiglia, è opportuno condividere una vero e proprio patto educativo, dal quale risultino con chiarezza gli impegni reciproci al fine di un lavoro congiunto e coerente in favore
dell’alunno . Questa condivisione ottimizza i risultati e previene le possibili criticità nei rapporti scuola-famiglia, che nascono sempre da malintesi o da errate interpretazioni.